Breve descrizione del percorso
Sezze è un comune italiano di 24.908 abitanti della provincia di Latina. Secondo la leggenda, il mitico fondatore della città fu Ercole, che giunse a Sezze dopo aver vinto i Lestrigoni. Fu una città probabilmente latina, passerà successivamente sotto il dominio diretto di Roma, che vi dedurrà una colonia nel 382 a.C., nel quadro della difesa del territorio contro i Volsci. Si ritiene che Sezze abbia dato i natali a Gaio Valerio Flacco, poeta latino di I secolo d.C. autore del poema epico Argonautica. Durante l'Alto Medioevo sopravvisse grazie alla sua posizione fortificata e nel 956 si organizzò come libero comune. A metà del 1600 la popolazione fu fortemente colpita dalle scorrerie di spagnoli e austriaci. Come molti altri dell'aerea pontina, fu interessato dal brigantaggio postunitario. Nel 1870, dopo la presa di Roma Sezze entrò a far parte del Regno d'Italia. Siti di interesse: Basilica concattedrale parrocchiale di Santa Maria, Chiesa della Madonna della Pace, Palazzo Calabresi, Palazzo De Magistris, Mura poligonali. Di grande suggestione è anche la Sacra rappresentazione della passione di Cristo.
Priverno è un comune italiano di 14.367 abitanti della provincia di Latina. Fino al 1927 ebbe il nome di Piperno. Posto al centro della valle dell'Amaseno, sorge su un'area di modeste alture, facente parte del sistema collinare dei Monti Seiani. Le origini di Priverno risalgono al periodo protostorico laziale. Vi sono testimonianze che fanno risalire la fondazione dell'antica Privernum ad almeno quattro secoli prima di Roma, quindi al XII secolo a.C. (restano alcuni ruderi di tale centro). Le prime notizie storiche certe sono opera di Tito Livio. Egli descrive Priverno come un potente centro Volsco del IV secolo a.C. che, a seguito di lunghe lotte, venne sottomesso da Roma per opera di Lucio Emilio Mamercino Privernate e Gaio Plauzio Deciano, che grazie a questa vittoria furono eletti entrambi consoli. Nel 329 a.C. il centro venne completamente distrutto, e la ricostruzione del nuovo abitato avvenne per opera dei Romani nella piana di Mezzagosto, dando origine alla Privernum romana. La vita di Privernum fu nuovamente interrotta nel IX secolo, si ritiene a causa delle invasioni barbariche, ma alcune testimonianze lasciano supporre che la città venne distrutta nel IX secolo per opera dei Saraceni. A seguito di queste invasioni i cittadini abbandonarono il sito dell'antica Privernum e, secondo la tradizione, fondarono nuovi centri sui colli e monti circostanti, tra le quali l'attuale Priverno sul Colle Rosso, e i centri di Sonnino, Roccasecca, Maenza e Roccagorga. Priverno è storicamente appartenuta allo Stato Pontificio fino alla presa di Roma e successivamente dal 1870 fece parte del circondario di Frosinone fino alla sua abolizione nel 1927. Dalla fondazione di Latina (fino al 1946 Littoria), appartiene alla provincia omonima. Il paese era al centro di un sistema di vie che collegavano il nord con il sud (Appia Pedemontana) e l’est con l’ovest (la Pianura Pontina con la Ciociaria). Il transito dei pellegrini è documentato da un dipinto di San Giacomo Maggiore nell’interno della chiesa di San Benedetto, dall’antico hospitale accanto alla chiesa di Sant’Antonio Abate e di quello, in posizione opposta, di Santo Spirito. Siti di interesse: Abbazia di Fossanova, Chiesa di San Benedetto, Chiesa di San Giovanni, Cattedrale di S. Maria Assunta (dove viene conservato il teschio ritenuto di San Tommaso D’Aquino), Parco e Villa di San Martino, Palazzo Comunale, area archeologica Antica Privernum. Di grande interesse anche la rievocazione storica del Palio del Tributo e la Festa Medioevale di Fossanova.
L'Abbazia di Fossanova è situata nel comune di Priverno, 5 km a sud del centro urbano, in provincia di Latina. L'abitato sito tutt'intorno ha l'aspetto di vicus e prende il nome da un nuovo canale realizzato per bonificare l’area del piccolo borgo dalla stagnazione delle acque e che era chiamato Fosso Novo. L'Abbazia, figlia dell'abbazia di Altacomba, fu costruita dal 1163 al 1208 ed è un perfetto esempio del primo stile gotico italiano, anzi più precisamente di una visibile forma di transizione dal romanico al gotico. L'interno è spoglio o quasi di affreschi (ne rimangono, almeno fino al 1998, alcuni brandelli sulle pareti) secondo l'austero memento mori dei monaci cistercensi. Il nucleo principale è costituito dalla Chiesa con il Chiostro su cui ruotano il Refettorio, la Sala Capitolare, l’Infermeria dei monaci e la Casa dell’Abate, dove visse, pregò e meditò San Tommaso d'Aquino negli ultimi giorni della sua vita e dove morì nel 1274. Ancora oggi in chiesa se ne conserva la semplice tomba vuota (il corpo fu trasferito dai domenicani a Tolosa alla fine del XIV secolo) composta da una lastra di marmo o travertino rettangolare. Dichiarata “monumento nazionale” nel 1874, l'Abbazia di Fossanova costituisce il più antico esempio d'arte gotico-cistercense in Italia. La chiesa si presenta di una spettacolare e severa grandiosità; la facciata (che doveva essere preceduta da un portico) è semplice ma maestosa, con portale fortemente strombato. Esso è costituito da un arco a sesto acuto nella cui lunetta è ripreso il motivo del rosone, mentre, nella parte inferiore, un mosaico cosmatesco sostituisce un'iscrizione dedicata a Federico Barbarossa. La struttura della chiesa, costruita interamente in travertino, è basilicale. Ha pianta cruciforme. Il braccio longitudinale, che si sviluppa secondo un asse mediano ed è diviso in tre navate, è attraversato perpendicolarmente dal transetto. La lunghezza della navata centrale è scandita nella prima parte da sette campate rettangolari, termina nel presbiterio e nell'abside che formano un unico corpo rettangolare. Il sistema dei sostegni è formato da massicci pilastri rettangolari. Le arcate che conducono dalla navata mediana a quelle laterali sono rette da semicolonne. Altre semicolonne pensili (cioè poste su una mensola a distanza dal suolo) salgono a portare gli archi trasversi della navata centrale. Dal centro del transetto si erge il tiburio a pianta ottagonale, elevato di due piani e sormontato dalla lanterna, che sostituiva il campanile. Le campane si suonavano nel sito del coro con funi che pendevano davanti l'altare maggiore. Nei due bracci, invece, sono ricavate quattro cappelline, vicino alle due a sinistra dell'altare scende la scala con la quale i monaci dal dormitorio passavano direttamente in chiesa. Una cornice di semplice fattura, tipicamente borgognona, corre lungo i due lati della navata centrale a spezzare il verticalismo dell'ambiente. È all'inizio del XXI secolo che viene ultimato il restauro del pavimento della basilica.
Terracina: La città è situata nell'agro pontino al bordo meridionale della pianura stessa, a sud del promontorio del Circeo sulla costa tirrenica (golfo di Gaeta); la città si sviluppa da una propaggine del Monte Sant'Angelo, dove giace il centro storico, fino al lungomare Circe. La rupe di Pisco Montano segna nettamente il confine meridionale del centro abitato. I ritrovamenti più antichi nel territorio si riferiscono a materiali preistorici rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano. La città fu probabilmente in origine un centro ausonio, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'acropoli. La città ebbe il nome di Tarracina (Ταρρακινή in greco antico), derivante presumibilmente dal vocabolo etrusco Trachna. Nei racconti mitologici la città fu identificata con il paese dei Lestrigoni o con la sede della maga Circe. Altre ipotesi identificherebbero Terracina nella città di Lamo, un florido centro abitato dai Lestrigoni, nel cui porto sarebbe approdato Ulisse. Sembra che la città sia entrata nell'orbita romana già alla fine del VI secolo a.C. Negli ultimi anni dello stesso secolo sarebbe stata occupata (o rioccupata) dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio. In epoca bizantina fu un'importante piazzaforte militare e lo storico Procopio riferisce della buona conservazione della strada Appia ancora nel VI secolo. Nell'VIII e IX secolo fece parte del nascente Stato pontificio e fu interessata dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri fuori della città. Con papa Pio VI, dal 1785, si intraprese un tentativo, poi fallito, di bonifica delle paludi pontine. Con queste opere la città si sviluppò nella piana, presso l'antico porto romano con il nuovo Borgo Pio. L'occupazione francese fu ostacolata dalla ribellione della popolazione nel 1798, duramente repressa. Nel 1818 papa Pio VII firmò con Ferdinando I delle Due Sicilie il concordato che sanciva i rapporti con il Regno delle Due Sicilie e sotto papa Gregorio XVI si ebbero i lavori di costruzione del nuovo porto canale. Il 14 settembre 1870 la città fu annessa al Regno d'Italia.
Il percorso in breve:
Si parte da Bassiano per arrivare a Terracina, dai monti al mare. La giornata, dopo le dure salite affrontate nel giorno precedente, parte in discesa. Il cicloviaggiatore si lascia il borgo di Bassiano alle spalle, percorrendo la lunga e piacevole discesa di asfalto che conduce a Sezze, dove le rovine romane si fondono con edifici medievali e rinascimentali: anche qui si trovano eccellenze gastronomiche come la crostatina di visciole sezzese. Dopo aver percorso il centro storico del borgo, si riparte in salita, fino a raggiungere Via Sorana, una strada un po' trafficata, a tornanti, che si percorrerà in discesa. Perciò, in un attimo, il cicloviaggiatore si ritrova nel tratto di pianura pontina. Si lasciano i Monti Lepini alle spalle e si entra nei territori della bonifica pontina. Il il viaggiatore costeggerà i tipici canali delle acque, ed il terreno, lentamente, inizia a mutare man mano che ci si allontana dalle montagne. Proseguendo si incontra il borgo di Priverno. Localizzato nel confine tra i monti Lepini e gli Ausoni, è una città ricca di tradizioni, folclore e dove è conservato, nella sua concattedrale, una reliquia di San Tommaso D’Aquino, santo patrono della città. Dalla concattedrale si inizia un tratto urbano, in discesa. Si passa accanto alla Chiesa di S. Benedetto per poi arrivare nella strada provinciale. Dopo averla incrociata, il percorso si trasforma in sterrata carrareccia, e inizia ad affiancare l’importante fiume Amaseno. Da questo momento, il percorso diventa un po’ più tecnico, con sentieri e single tracks lungo l’argine del fiume. Dopo il passaggio sotto un ex ponte ferroviario, si arriva all'imponente Abbazia di Fossanova. Questo tempio, splendidamente conservato, costituisce il più antico esempio di arte gotico-cistercense ed è inserito in un caratteristico borgo dove sarà possibile fare una pausa per un caffè o pranzare nei locali presenti nel borgo. Si consiglia di fare una visita all’interno della chiesa per conoscere il suo magnifico chiostro e la cappella dove nel 1274 morì San Tommaso D’Aquino. Da qui, il cammino accompagna le acque dell’Amaseno, all’interno della sua valle. La pianura è gradevole e, lentamente, si possono ammirare le coltivazioni e gli allevamenti di bestiami. Qui l’acqua è in abbondanza dovuto alla caratteristica topografica stagnante del terreno (questi territori sono stati toccati dalle opere di bonifica di inizio ‘900). I Lepini sono ormai un lontano ricordo ed ecco che la distesa blu del mare e lo sperone di Monte Leano, già negli Ausoni, ci appaiono. Si continua lungo l’asse dell’antica Via Appia (oggi asfaltata) e poco prima di Terracina si fanno presenti i monumenti funerari che sono qui caratteristici, a volte anche all’interno di case private. Attraversato l’incrocio davanti alla stazione ferroviaria, si fanno altri pochi metri fino alla rotonda da dove si prosegue dritto verso Porta Romana. Da qui, una lieve salita porta al centro storico di Terracina, città di mare con un importante porto. La città alta, invece, ad iniziare dal Foro Emiliano è tutta da scoprire. La tappa finisce davanti al Duomo (Cattedrale di S. Cesareo). Si consiglia un assaggio del moscato secco di Terracina magari accompagnato con del pesce appena pescato.
Alloggi della tappa |
Terracina (LT) |
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Duomo S. Cesareo (CHIUSO-CLOSED) | Piazza Municipio, 19, | 0773 701100 - 3498779051 |
Casetta nelle Mura | via Mura Castellane, 41 | Mattia: cell. 3483742812 - Pamela: 3801881836 uso cucina e lavatrice - max 5 persone |
Terracina Holiday | Via Badino 9 | 339 4153976 |
Accoglienza religiosa | Lilly:339 496 8602 (solo messaggi whatsapp-messages only whatsapp); |
Dettagli Altimetrici |
Altitudine Massima: | |
Dislivello partenza/arrivo: | |
Altitudine Minima | |
Dislivello min/max: | |
Altitudine Media: |
Dettaglio Tappa |
Nome Località | Quota (m) | Distanza (km) | Tempo (h) | Diff. | Agibilità |
Bassiano | 576 | 0 | 0 | 0 | Sì |
Sezze | 297 | 9,5 | - | TC | Sì |
Priverno | 123 | 23,2 | - | MC | Sì |
Abbazia di Fossanova | 20 | 31,7 | - | BC | Sì |
Terracina | 42 | 54,6 | - | TC | Sì |
Totali | 54,6 Km | 05:00 h | BC | Sì |
TC (turistico) - MC (per cicloescursionisti di media capacità tecnica) - BC (per cicloescursionisti di buone capacità tecniche) OC (per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) - EC (massimo livello per cicloescursionisti estremi)