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Gruppo dei Dodici - ODV
Associazione per la promozione Storico-Culturale dei cammini sulla via “Francigena nel Sud”
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Itinerario Via Francigena nel Sud - MTB: da Teano a Roma

Via Francigena nel Sud - MTB_eMTB: da Minturno a Itri

Via Francigena nel Sud - MTB_eMTB: da Terracina a Bassiano

Tappa 3 - Via Francigena nel Sud - MTB_eMTB: da Itri a Terracina
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Dati
Partenza
Itri
Arrivo
Terracina
Lunghezza
38,2 Km
Come arrivare
Stazione FS di Itri
Descrizione

Breve descrizione del percorso

Appia Antica e Fortino di Sant’Andrea. Tale fortino ha avuto un’importanza fondamentale durante il regno borbonico, in quanto posizionato proprio lungo il confine con lo Stato pontificio. Inoltre, è situato più in alto rispetto alla via Appia, l’unica via d’accesso e di comunicazione con il sud. Analizzando il territorio, è possibile notare come i Monti Aurunci e le sue gole siano molto difficili da attraversare e da superare. A questo proposito è facile intuire che queste gole potevano facilmente essere chiuse da fortificazioni, costruite a partire dal Medioevo e riconoscibili in tutto il territorio: il fortino di Sant’Andrea è proprio uno di questi esempi. Il fortino è stato costruito su una precedente costruzione, quasi certamente il Tempio del dio romano Apollo. Sono tutt’ora visibili i terrazzamenti dell’edificio preesistente. Questo particolare tratto della via Appia è stato protagonista di numerose battaglie per il controllo del Regno di Napoli, già a partire dal ‘500. Qui si sono scontrati eserciti nostrani (napoletani e pontifici) e eserciti stranieri (francesi, spagnoli, austriaci e tedeschi). Oltre alla presenza di eserciti regolari, il passo ha visto anche la comparsa di famosi briganti, come ad esempio il bandito Sciarra, che dotato di un proprio esercito, sbarrò a lungo la Via Appia. A questo proposito, una leggenda lega la figura del brigante Sciarra a quella di Torquato Tasso: il brigante infatti, saputo della presenza del famoso poeta a Formia, lo avrebbe fatto passare con ogni onore. Sicuramente il fortino di Sant’Andrea è passato alla storia per il famoso scontro tra le truppe francesi di Napoleone Bonaparte e quelle di Frà Diavolo nel 1798: bandito molto conosciuto all’epoca, divenuto poi ufficiale dell’esercito borbonico, difese con un manipolo di pochi uomini il passo di Sant’Andrea. Riuscì ad impedire il passaggio e le comunicazioni con il sud Italia, rallentando di molto l’invasione napoleonica. Sarà poi Gioacchino Murat, divenuto re di Napoli, a costruire il fortino così come lo conosciamo oggi. Il fortino servirà a bloccare il passaggio nel 1814 degli austriaci. L’ultima battaglia combattuta qui sarà quella del 1860, in appoggio a Gaeta, dove si era rifugiato re Francesco II di Borbone. Con la costruzione del forte vennero spianati i resti antichi del tempio di Apollo, soprattutto per la necessità di posizionare i cannoni. Oltre alla presenza dei cannoni, abbiamo anche un fossato artificiale, atto a difendere i bastioni. 

Fondi è un comune italiano di 39.754 abitanti della provincia di Latina. In età preromana il territorio di Fondi era abitato dagli Aurunci e successivamente dai Volsci. Il primo riferimento storico alla città di Fundi risale al IV secolo a.C., quando essa ricevette la cittadinanza romana senza diritto di voto. In epoca imperiale una parte del suo territorio era entrata a far parte del demanio imperiale, probabilmente a causa dei possedimenti della famiglia di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto e madre di Tiberio, nata a Fondi. L'importanza di Fondi in età antica è stata determinata anche dalla costruzione della via Appia, iniziata nel 312 a.C. Il decumano principale coincide con il tratto urbano della via Appia, proveniente da Terracina e diretta a Itri, mentre l'antico foro è conservato dall'attuale piazza della Collegiata. Successivamente la Contea di Fondi fu un'entità politica del Regno di Napoli, creata nel 1140 dai Normanni, che la concessero alla famiglia Dell'Aquila. Passò quindi per matrimonio (1299) ai Caetani. Nel 1378 Onorato I Caetani (1336-1400) ospitò nel suo palazzo di Fondi il conclave che elesse l'antipapa Clemente VII, in opposizione al legittimo pontefice Urbano VI (Scisma d'Occidente). All'inizio della dominazione spagnola, la contea di Fondi venne concessa in feudo ai Colonna, sotto i quali conobbe un rinnovato periodo di splendore artistico e culturale grazie alla ricchezza della corte di Giulia Gonzaga, che vi si stabilì dal 1526 al 1534. Fondi faceva parte della Provincia di Terra di Lavoro del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie), al confine con lo Stato Pontificio, dal 1806 e fino al 1861 fu Capoluogo di Circondario nell'ambito del Distretto di Gaeta. Nel 1861 Fondi fu annessa al Regno di Sardegna (e poi al Regno d'Italia). Siti di interesse: Abbazia di San Magno, La chiesa di San Domenico, Palazzo Caetani, La Giudea, Il castello baronale, Le terme di epoca romana, Le mura megalitiche.

Monastero di San Magno: secondo il racconto di san Gregorio Magno, il monastero fu edificato per volere di Sant'Onorato nel 522 per onorare il martirio di San Magno. Del complesso monastico sono state rinvenute: la chiesa di epoca medievale, a croce latina e dotata di cripta, che conserva ancora pregevoli affreschi; la chiesa rinascimentale riaperta al culto e intitolata a San Benedetto; alcune strutture pertinenti forse alle ultime fasi di vita del complesso, in particolare il mulino, la foresteria e delle vasche di lavorazione dell'olio. Il corpo di San Magno giacque nella cripta della chiesa fino all'847, successivamente fu spostato ad Anagni. Il monastero, fino al 1072, fu autonomo e gestito dai monaci ordinari. In seguito il console Gerardo di Fondi donò il monastero all'abbazia di Montecassino. Nel 1492 Alessandro VI passò con una bolla pontificia il monastero alla congregazione Olivetana. Nel corso dei secoli il monastero, data l'importanza dello stesso stabile, conobbe alterne fortune contabili e spogliazioni di vandali. In ultimo il monastero conobbe l'oblio (in seguito fu usato anche, addirittura, come stalla per pecore), ma molti ambienti perdurarono a mostrare splendori rinascimentali. Oggi il monastero è tornato a risplendere dopo il restauro/ricostruzione ed è affidato all'arcidiocesi di Gaeta.

Monte San Biagio è un comune italiano di 6.324 abitanti della provincia di Latina nel Lazio meridionale. La prima citazione del Castellum Monticelli risale all'anno 1099 quando il nobile Crescenzo, abitante nella rocca di Monticelli, vende un appezzamento di terreno. Questo castrum fece parte del ducato di Fondi fino al 1140; da allora fu incluso nella contea normanna di Fondi, inquadrata nel Regno di Napoli e concessa in feudo alla famiglia Dell'Aquila. Successivamente passò sotto il dominio delle famiglie Caetani (1299), Colonna (1494), Gonzaga (1570), Carafa (1591), Mansfeld (1690) e Di Sangro (1721). Fece parte fino al 1818 della diocesi di Fondi e quindi della diocesi di Gaeta. Fece parte inoltre per secoli e fino al 1927 della provincia Terra di Lavoro. Fino all'unità d'Italia l’allora Monticelli fu il primo centro abitato del Regno delle Due Sicilie in cui si imbattevano i viaggiatori che da Roma raggiungevano Napoli mediante la Via Appia. Per questa sua posizione alla frontiera tra due stati, Monte San Biagio fu interessata dal fenomeno del cosiddetto Brigantaggio postunitario, soprattutto nel periodo tra il 1861 e il 1870, quando cioè anche il Lazio e Roma furono annessi all'Italia. Da Monte San Biagio è possibile deviare per la variante: Monte San Biagio-Sonnino-Abbazia di Fossanova.

Torre dell’Epitaffio e la Portella è situata al km 109,500 della Via Appia, tra Terracina e Monte San Biagio. Qui troviamo la Torre dell’Epitaffio. Un arco, a cavallo della vecchia Appia, che dava accesso ai territori sotto il potere temporale del Papa. La scritta incisa sulla chiave di volta ce lo ricorda. Gli edifici intorno erano destinati alla dogana e alla guarnigione di controllo. E’ ben visibile anche il cippo di confine collocato nel 1847 (il quinto dei 686 cippi che marcavano tutta la linea di confine dalla foce di Canneto alla foce del Tronto). Sulla tomba romana è inserita la lapide (“epitaffio”) del 1568, al tempo di Re Filippo II di Spagna: il vicerè di Napoli dava il benvenuto agli ospiti avvertendoli che entravano in una terra in pace dove i cattivi comportamenti erano contrastati da buone leggi (si amicus advenies pacata omnia invenies et malis moribus pulsis bonas leges). L’ingresso ufficiale nel Regno di Napoli era però la “Portella”. Si trova più avanti, al km 112,300 dell’Appia, vicino all’attuale stazione ferroviaria di Monte San Biagio. E’ una grande porta monumentalizzata da due torri laterali cilindriche in mattoni e travertino.

Terracina: La città è situata nell'agro pontino al bordo meridionale della pianura stessa, a sud del promontorio del Circeo sulla costa tirrenica (golfo di Gaeta); la città si sviluppa da una propaggine del Monte Sant'Angelo, dove giace il centro storico, fino al lungomare Circe. La rupe di Pisco Montano segna nettamente il confine meridionale del centro abitato. I ritrovamenti più antichi nel territorio si riferiscono a materiali preistorici rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano. La città fu probabilmente in origine un centro ausonio, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'acropoli. La città ebbe il nome di Tarracina (Ταρρακινή in greco antico), derivante presumibilmente dal vocabolo etrusco Trachna. Nei racconti mitologici la città fu identificata con il paese dei Lestrigoni o con la sede della maga Circe. Altre ipotesi identificherebbero Terracina nella città di Lamo, un florido centro abitato dai Lestrigoni, nel cui porto sarebbe approdato Ulisse. Sembra che la città sia entrata nell'orbita romana già alla fine del VI secolo a.C. Negli ultimi anni dello stesso secolo sarebbe stata occupata (o rioccupata) dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio. In epoca bizantina fu un'importante piazzaforte militare e lo storico Procopio riferisce della buona conservazione della strada Appia ancora nel VI secolo. Nell'VIII e IX secolo fece parte del nascente Stato pontificio e fu interessata dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri fuori della città. Con papa Pio VI, dal 1785, si intraprese un tentativo, poi fallito, di bonifica delle paludi pontine. Con queste opere la città si sviluppò nella piana, presso l'antico porto romano con il nuovo Borgo Pio. L'occupazione francese fu ostacolata dalla ribellione della popolazione nel 1798, duramente repressa. Nel 1818 papa Pio VII firmò con Ferdinando I delle Due Sicilie il concordato che sanciva i rapporti con il Regno delle Due Sicilie e sotto papa Gregorio XVI si ebbero i lavori di costruzione del nuovo porto canale. Il 14 settembre 1870 la città fu annessa al Regno d'Italia.

Il percorso in breve:

Si inizia da Piazza Umberto I, davanti al comune. Si prende Corso Appio Claudio, parallelo alla trafficata Via Appia, che permette contemplare la vita cittadina di Itri tra i suoi vicoli. Poi, si passa per l’importante Museo del Brigantaggio, che custodisce la storia di tanti personaggi importanti per l’Italia, tra cui il famoso Brigante Michele Pezza, nato a Itri nel 1771, soprannominato Fra Diavolo. Si rientra nella Via Appia e si prosegue per 800 m. finché si incontrerà un bivio dove si dovrà girare a sinistra. Si attraversa con cura questa importante via per poi salire e raggiungere una vecchia mulattiera, con fondo in pietra. Attenzione perché questo tratto è di difficile percorrenza (richiede buona capacità tecnica) e abbastanza scivoloso nei giorni più umidi. Come alternativa, continuare dritto per la Via Appia fino al cimitero. Anche se piuttosto complicata e sempre in salita la mulattiera è tenuta abbastanza bene, ombreggiata e ricca di specie vegetali. Alla sua fine si ritrova l’asfalto, qui si gira a sinistra e si continua a salire (ci sono salite abbastanza impegnative). Finita la salita si fa un giro a destra per prendere la strada “località tre cancelle”. Si inizia una salita moderata per poi tornare a risalire abbastanza ripidamente finché non si arriva al cimitero. In questo punto, si rientra nella Via Appia per 1,4 km fino ad un cancello che si vedrà sulla sinistra. Si attraversa nuovamente la strada con molta cura per iniziare il tratto in cui si ritrova l’antico basolato della Via Appia Antica. In questo breve tratto in discesa si troverà il tempio di Apollo e tante altre bellezze. Alla fine del basolato, nel parcheggio, al km 7,9, si trova un’area attrezzata dove ci si può rifocillare prima di continuare. Quando si riparte si percorrono circa 600m ed ecco che riappare nuovamente la Via Appia con tutto il suo traffico. Qui si gira a sinistra ma con molta attenzione. Si percorrono altri 1,8 km fino a che si dovrà girare a destra per lasciarla imboccando Via Gegni, ai piedi dei monti Aurunci che ci porterà fino ad arrivare nel centro storico di Fondi. Qui, regna assoluto fino ai nostri giorni, il Castello Caetani oggi convertito in Museo Civico. Dopo una pausa, si continua per il Corso, e, subito dopo il castello, a sinistra, si trova il Duomo di Fondi, intestato a San Pietro. Poi si continua per il corso, passando davanti alla imponente chiesa di Santa Maria in Piazza, fino alla fine della pedonale. Si fa un giro a sinistra, poi, in fondo si gira a destra per rientrare nella Via Appia. Dopo essere entrato in Via Roma, si prende la prima a destra nel bivio, e poi a sinistra per entrare in Via San Magno, che porta all’omonima abbazia. Si dovranno percorrere circa 3,5 km in questa via fino e poi si giungerà davanti a questo favoloso tempio cristiano. Il luogo è un’oasi di pace e tranquillità. Le sue innumerevoli sorgenti conferiscono l’atmosfera ideale per chi cerca un momento per entrare in contatto con sé stesso. Dentro il posto esiste un piccolo bar, oltre che una libreria e si possono visitare gli antichi templi che sono stratificati sotto l’attuale chiesa. Si riparte per Monte San Biagio su via asfaltata. Dopo aver lambito i suoi limiti geografici, si fa una curva a sinistra per ritrovare la Via Appia. Si prosegue dritto per 9 km fino a varcare l’antica Porta Napoletana, che segnava i limiti a sud dei territori della chiesa. In questo stesso posto dove oggi c’è la porta, basta guardare bene la roccia che le sta di fianco per capire l’importanza del posto per gli antichi romani. Qui, il monte denominato Pisco Montano fu tagliato per dare spazio alla Via Appia che l’imperatore Traiano voleva che scorresse verso il sud con più agilità. Infatti, al guardare la roccia, ancora oggi si incontrano le incisioni romane che segnavano l’altezza raggiunta nel taglio. Da questo punto inizia la salita che ci porterà al termine della tappa di oggi, Piazza Municipio. Questa piazza è abbracciata, su tutti i lati, da monumenti affascinanti e bellissimi: la Cattedrale di S. Pancrazio, L’Antico Complesso del Foro Emiliano, il Palazzo del Vescovado, etc. Insomma, sii il benvenuto a Terracina!

Alloggi della tappa
Itri(LT)
Casa Ileanavia Giuseppe Mazzini, 3cell. 389 8176997; email: https://casaileana.business.site/
Il Fiore in una StanzaVia Cesare Battisti, 10771 721423; 333 7226567
Le Mille e una NotteVia Ripa 20,3381378518;
Raggio Verde AffittacamereVia San Gennaro, 1170771 728274
Sant'AngeloVia Sant'Angelo, 550771 727821; 338 8601237
Fondi(LT)
Monastero di San MagnoVia Valle Vignacell. 379 2122700;
Mblo'Largo Luigi Fortunato, 90771 502385
Casale Vallevignavia Madonna della Rocca n°523318793855
Casa FuscoVia Daniele Manin 15380 4741609
Monte San Biagio(LT)
La Casa al Numero 7Via Risorgimento, 7348 8940286
Dimora ContemporaneaVia Europa, 55339 8651712
VirginiaVia Portella Inferiore, 17333 1058631
Hotel VallemarinaVia Appia, km 1100771 551001
Aia AnticaVia Scalelle, 10339 8651712
Terracina (LT)
Duomo S. Cesareo (CHIUSO-CLOSED)Piazza Municipio, 19,0773 701100 - 3498779051
Casetta nelle Muravia Mura Castellane, 41Mattia: cell. 3483742812 - Pamela: 3801881836 uso cucina e lavatrice - max 5 persone
Terracina HolidayVia Badino 9339 4153976
Accoglienza religiosaLilly:339 496 8602 (solo messaggi whatsapp-messages only whatsapp);
Scarica Pdf Alloggi Tappa
Dettagli Altimetrici
Altitudine Massima:
Dislivello partenza/arrivo:
Altitudine Minima
Dislivello min/max:
Altitudine Media:
Dettaglio Tappa
Nome LocalitàQuota (m)Distanza (km)Tempo (h)Diff.Agibilità
Itri (piazza municipio)174000
Via Appia Antica (inizio)2106-BC
Fondi (Castello Caetani)1616,4-BC
Abbazia di San Magno2621,6-TC
Terracina4138,2-TC

Totali

 38,2 Km05:00 hBC

TC (turistico) - MC (per cicloescursionisti di media capacità tecnica) - BC (per cicloescursionisti di buone capacità tecniche)                          OC (per cicloescursionisti di ottime capacità tecniche) - EC (massimo livello per cicloescursionisti estremi)