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Gruppo dei Dodici - ODV
Associazione per la promozione Storico-Culturale dei cammini sulla via “Francigena nel Sud”
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Itinerario Via Francigena nel Sud - Cicloturistica: da Roma a Teano

Via Francigena nel Sud - Cicloturistica: da Cori a Priverno (Abbazia di Fossanova) var. Sermoneta

Via Francigena nel Sud - Cicloturistica: da Itri a Castelforte

Tappa 3 - Via Francigena nel Sud - Cicloturistica: da Cori a Itri
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Dati
Partenza
Abbazia di Fossanova (Priverno)
Arrivo
Itri
Lunghezza
58,0 Km
Come arrivare
Stazione FS di Priverno-Fossanova
Descrizione

Breve descrizione del percorso

Terracina: La città è situata nell'agro pontino al bordo meridionale della pianura stessa, a sud del promontorio del Circeo sulla costa tirrenica (golfo di Gaeta); la città si sviluppa da una propaggine del Monte Sant'Angelo, dove giace il centro storico, fino al lungomare Circe. La rupe di Pisco Montano segna nettamente il confine meridionale del centro abitato. I ritrovamenti più antichi nel territorio si riferiscono a materiali preistorici rinvenuti nella Caverna della Catena al Pisco Montano. La città fu probabilmente in origine un centro ausonio, sorto su due modeste alture sotto il monte Sant'Angelo: su quella più elevata (colle di San Francesco) ebbe sede l'acropoli. La città ebbe il nome di Tarracina (Ταρρακινή in greco antico), derivante presumibilmente dal vocabolo etrusco Trachna. Nei racconti mitologici la città fu identificata con il paese dei Lestrigoni o con la sede della maga Circe. Altre ipotesi identificherebbero Terracina nella città di Lamo, un florido centro abitato dai Lestrigoni, nel cui porto sarebbe approdato Ulisse. Sembra che la città sia entrata nell'orbita romana già alla fine del VI secolo a.C. Negli ultimi anni dello stesso secolo sarebbe stata occupata (o rioccupata) dai Volsci, che le diedero il nome di Anxur, come riporta Plinio. In epoca bizantina fu un'importante piazzaforte militare e lo storico Procopio riferisce della buona conservazione della strada Appia ancora nel VI secolo. Nell'VIII e IX secolo fece parte del nascente Stato pontificio e fu interessata dalla fondazione di alcune chiese urbane e di monasteri e santuari dei martiri fuori della città. Con papa Pio VI, dal 1785, si intraprese un tentativo, poi fallito, di bonifica delle paludi pontine. Con queste opere la città si sviluppò nella piana, presso l'antico porto romano con il nuovo Borgo Pio. L'occupazione francese fu ostacolata dalla ribellione della popolazione nel 1798, duramente repressa. Nel 1818 papa Pio VII firmò con Ferdinando I delle Due Sicilie il concordato che sanciva i rapporti con il Regno delle Due Sicilie e sotto papa Gregorio XVI si ebbero i lavori di costruzione del nuovo porto canale. Il 14 settembre 1870 la città fu annessa al Regno d'Italia.

Torre dell’Epitaffio e della Portella è situata al km 109,500 della Via Appia, tra Terracina e Monte San Biagio. Qui troviamo la Torre dell’Epitaffio. Un arco a cavallo della vecchia Appia dava accesso ai territori sotto il potere temporale del Papa. La scritta incisa sulla chiave di volta ce lo ricorda. Gli edifici intorno erano destinati alla dogana e alla guarnigione di controllo. È ben visibile anche il cippo di confine collocato nel 1847. Sulla tomba romana è inserita la lapide (epitaffio) del 1568, al tempo di Re Filippo II di Spagna: il vicerè di Napoli dava il benvenuto agli ospiti avvertendoli che “entravano in una terra in pace dove i cattivi comportamenti erano contrastati da buone leggi”. L’ingresso ufficiale nel Regno di Napoli era però la “Portella”. Si trova più avanti, al km 112,300 dell’Appia, vicino all’attuale stazione ferroviaria di Monte San Biagio. È una grande porta monumentalizzata da due torri laterali cilindriche in mattoni e travertino.

Monte San Biagio è un comune italiano di 6.324 abitanti della provincia di Latina. La prima citazione del castellum Monticelli risale all'anno 1099 quando il nobile Crescenzo, abitante nella rocca di Monticelli, vende un appezzamento di terreno. Questo castrum fece parte del ducato di Fondi fino al 1140; da allora fu incluso nella contea normanna di Fondi, inquadrata nel Regno di Napoli e concessa in feudo alla famiglia Dell'Aquila. Successivamente passò sotto il dominio delle famiglie Caetani (1299), Colonna (1494), Gonzaga (1570), Carafa (1591), Mansfeld (1690) e Di Sangro (1721). Fece parte fino al 1818 della diocesi di Fondi e quindi della diocesi di Gaeta, che nel 1848 divenne arcidiocesi. Fece parte inoltre per secoli e fino al 1927 della provincia napolitana di Terra di Lavoro. Fino all'unità d'Italia l’allora Monticelli fu il primo centro abitato del Regno delle Due Sicilie in cui si imbattevano i viaggiatori che da Roma raggiungevano Napoli mediante la Via Appia. Per questa sua posizione alla frontiera tra due stati, Monte San Biagio fu interessata dal fenomeno del cosiddetto Brigantaggio postunitario, soprattutto nel periodo tra il 1861 e il 1870, quando cioè anche il Lazio e Roma furono annessi all'Italia.

Abbazia di San Magno: secondo il racconto di san Gregorio Magno, il monastero fu edificato per volere di sant'Onorato nel 522 per onorare il martirio di San Magno. Del complesso monastico sono state rinvenute: la chiesa di epoca medievale, a croce latina e dotata di cripta, che conserva pregevoli affreschi; la chiesa rinascimentale riaperta al culto e intitolata a San Benedetto; alcune strutture pertinenti forse alle ultime fasi di vita del complesso, in particolare il mulino, la foresteria e delle vasche di lavorazione dell'olio. Il corpo di san Magno giacque nella cripta della chiesa fino all'847, successivamente fu spostato ad Anagni. Il monastero, fino al 1072, fu autonomo e gestito dai monaci ordinari. In seguito il console Gerardo di Fondi donò il monastero all'abbazia di Montecassino. Nel 1492 Alessandro VI passò con una bolla pontificia il monastero alla congregazione Olivetana. Nel corso dei secoli il monastero, data l'importanza dello stesso stabile, conobbe alterne fortune contabili e spogliazioni di vandali. Successivamente il monastero conobbe l'oblio (in seguito fu usato anche, addirittura, come stalla per pecore), ma molti ambienti perdurarono a mostrare splendori rinascimentali. Oggi il monastero è affidato all'arcidiocesi di Gaeta ed è in atto il restauro/ricostruzione del complesso.

Fondi è un comune italiano di 39.754 abitanti della provincia di Latina. In età preromana il territorio di Fondi era abitato dagli Aurunci e successivamente dai Volsci. Il primo riferimento storico alla città di Fundi risale al IV secolo a.C., quando essa ricevette la cittadinanza romana senza diritto di voto. In epoca imperiale una parte del suo territorio era entrata a far parte del demanio imperiale, probabilmente a causa dei possedimenti della famiglia di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto e madre di Tiberio, nata a Fondi. L'importanza di Fondi in età antica è stata determinata anche dalla costruzione della via Appia, iniziata nel 312 a.C. Il decumano principale coincide con il tratto urbano della via Appia, proveniente da Terracina e diretta a Itri, mentre l'antico foro è conservato dall'attuale piazza della Collegiata. La Contea di Fondi fu un'entità politica del Regno di Napoli, creata nel 1140 dai Normanni, che la concessero alla famiglia Dell'Aquila. Passò quindi per matrimonio (1299) ai Caetani. Nel 1378 Onorato I Caetani (1336-1400) ospitò nel suo palazzo di Fondi il conclave che elesse l'antipapa Clemente VII, in opposizione al legittimo pontefice Urbano VI (Scisma d'Occidente). All'inizio della dominazione spagnola, la contea di Fondi venne concessa in feudo ai Colonna, sotto i quali conobbe un rinnovato periodo di splendore artistico e culturale grazie alla ricchezza della corte di Giulia Gonzaga, che vi si stabilì dal 1526 al 1534. Fondi faceva parte della Provincia di Terra di Lavoro del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie), al confine con lo Stato Pontificio. Dal 1806 e fino al 1861 fu Capoluogo di Circondario nell'ambito del Distretto di Gaeta. Nel 1861 Fondi fu annessa al Regno di Sardegna (e poi al Regno d'Italia). Siti di interesse: La chiesa di San Domenico, Palazzo Caetani, La Giudea, Il castello baronale, Le terme di epoca romana, Le mura megalitiche.

L’Appia Antica era una strada romana che collegava Roma a Brundisium (Brindisi), uno tra i più importanti porti dell'Italia antica, un porto da cui iniziavano le rotte commerciali per la Grecia e l'Oriente. Considerata dai Romani la regina viarum (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell'epoca in cui fu realizzata (fine IV - III sec. a.C.), una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per l'enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana. I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus, importante esponente della gens Claudia), che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava Roma ai Colli Albani, prolungandola fino a Maleventum che nello stesso periodo mutò il nome in Beneventum (Benevento). I lavori di costruzione si protrassero durante la seconda metà del III sec. a.C., quando fu raggiunta Tarentum (Taranto), e poi fino a verso il 190 a.C., epoca in cui fu completato il percorso fino al porto di Brundisium (Brindisi). La funzione primaria del tracciato era di garantire un rapido movimento delle truppe verso l'Italia meridionale, al fine di consolidare il dominio di Roma su quella parte della penisola. Essa tuttavia divenne fin dal principio una fondamentale via di commercio, facilitando l'afflusso nell'Urbe di prodotti di alto artigianato realizzati nelle fiorenti città della Magna Graecia. La parte del tracciato interessato dalla tappa è inserito nel Parco Naturale dei Monti Aurunci, caratterizzato da un tipico paesaggio carsico che nei secoli ha prodotto doline, rocce arrotondate e una numerosa serie di grotte sotterranee e pozzi.

Fortino di Sant’Andrea. Tale fortino ha avuto un’importanza fondamentale durante il regno borbonico, in quanto posizionato proprio lungo il confine con lo Stato pontificio. Inoltre, è situato più in alto rispetto alla via Appia, l’unica via d’accesso e di comunicazione con il sud. Analizzando il territorio, è possibile notare come i Monti Aurunci e le sue gole siano molto difficili da attraversare e da superare. A questo proposito è facile intuire che queste gole potevano facilmente essere chiuse da fortificazioni, costruite a partire dal Medioevo e riconoscibili in tutto il territorio: il fortino di Sant’Andrea è proprio uno di questi esempi. Il fortino è stato costruito su una precedente costruzione, quasi certamente il Tempio del dio romano Apollo. Sono tutt’ora visibili i terrazzamenti dell’edificio preesistente. Questo particolare tratto della via Appia è stato protagonista di numerose battaglie per il controllo del Regno di Napoli, già a partire dal ‘500. Qui si sono scontrati eserciti nostrani (napoletani e pontifici) e eserciti stranieri (francesi, spagnoli, austriaci e tedeschi). Il passo ha visto anche la comparsa di famosi briganti, come ad esempio il bandito Sciarra. Sicuramente il fortino di Sant’Andrea è passato alla storia per il famoso scontro tra le truppe francesi di Napoleone Bonaparte e quelle di Frà Diavolo nel 1798: bandito molto conosciuto all’epoca, divenuto poi ufficiale dell’esercito borbonico, difese con un manipolo di pochi uomini il passo di Sant’Andrea. Il fortino servirà a bloccare il passaggio nel 1814 degli austriaci. L’ultima battaglia combattuta qui sarà quella del 1860, in appoggio a Gaeta, dove si era rifugiato re Francesco II di Borbone. Con la costruzione del forte vennero spianati i resti antichi del tempio di Apollo, soprattutto per la necessità di posizionare i cannoni. Sul posto anche un fossato artificiale atto a difendere i bastioni. 

ITRI - Posta a 170 m s.l.m., la cittadina sorge in una caratteristica vallata tra le falde occidentali dei monti Aurunci (passo di San Donato), a circa 8 km dalla linea di costa. Si trova lungo il percorso della via Appia, tra Fondi (con la quale confina a ovest) e Formia. Il sito ebbe una frequentazione in epoca preistorica: sono stati rinvenuti resti di epoca neolitica (strumenti in pietra e in ossidiana) e dell'età del bronzo (Valle Oliva, II millennio a.C.). Fece parte del territorio degli Aurunci, conquistato quindi dai Romani, che vi realizzarono la via Appia nel 312 a.C. Il sito acquistò importanza come luogo strategico, tuttavia non si formò un nucleo abitato molto consistente, anche se è probabile la presenza di un piccolo centro, se non altro come stazione di posta. Secondo una leggenda il nome della città deriverebbe dalla figura mitologica dell'Idra di Lerna. Itri fece parte del ducato di Gaeta e passò quindi sotto i Dell'Aquila, signori di Fondi e quindi ai Caetani. Appartenne sempre alla diocesi di Gaeta. Vi nacque nel 1771 fra' Diavolo (Michele Pezza), che fu prima fuorilegge e quindi colonnello dell'esercito borbonico di Ferdinando IV, in lotta contro l'occupazione dei Francesi, che lo presero e impiccarono a Napoli nel 1806. Dal XIII secolo e fino al 1861 fece parte del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie) nell'ambito dell'antica provincia di Terra di Lavoro, della quale continuo a fare parte anche dopo l'unità d'Italia, fino al 1927. Nel 1934, Itri fu inclusa nel territorio della neocostituita provincia di Latina. Durante la seconda guerra mondiale, nel maggio del 1944, i bombardamenti distrussero il paese e i suoi monumenti al 75%. Luoghi di interesse: Convento di San Francesco; Monastero di San Martino; San Michele Arcangelo; S. Maria Maggiore già della SS. Annunziata; Il Castello; Museo di Frà Diavolo.

Il percorso in breve:

Si parte dall’Abbazia di Fossanova, accompagnando le acque dell’Amaseno, all’interno della sua valle. La pianura è gradevole e, lentamente, si possono ammirare le coltivazioni e gli allevamenti di bestiami. Qui l’acqua è in abbondanza dovuto alla caratteristica topografica stagnante del terreno (questi territori sono stati toccati dalle opere di bonifica di inizio ‘900). I Lepini sono ormai un lontano ricordo ed ecco che la distesa blu del mare e lo sperone di Monte Leano, già negli Ausoni, ci appaiono. Si continua lungo l’asse dell’antica Via Appia (oggi asfaltata) e poco prima di Terracina si fanno presenti i monumenti funerari che sono qui caratteristici, a volte anche all’interno di case private. Attraversato l’incrocio davanti alla stazione ferroviaria, si fanno altri pochi metri fino alla rotonda da dove si prosegue dritto verso Porta Romana. Da qui, una lieve salita porta al centro storico di Terracina, città di mare con un importante porto. La città alta, invece, ad iniziare dal Foro Emiliano è tutta da scoprire e merita una passeggiata per i suoi vicoli, monumenti e cattedrale. Se si ha fame, questo posto è perfetto per un bel piatto di pesce fresco. E, per accompagnarlo, perché non assaggiare il tipico Moscato di Terracina, un vino molto beverino che va servito e degustato a basse temperature. Si riparte da Piazza Municipio, e si va in direzione mare e Via Appia Nuova. Uscendo dalla città storica, si affianca il canale principale e si percorre un breve tratto del lungomare, fino a raggiungere Porta Napoletana, da dove, anticamente, passavano i viaggiatori che arrivavano/entravano nel Regno delle Due Sicilie. Da questo punto saranno 8,3 i km da percorrere lungo la Via Appia moderna, una via abbastanza trafficata che richiede totale attenzione dal ciclista. Un po’ prima di lasciare questa via, al chilometro 8+500m, sulla sinistra, si trova la Torre dell’Epitaffio. Essa segnava il confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle due Sicilie. Dopo 1,3 km si lascia la Via Appia a favore di una via parallela e secondaria. Qui l’aria di campagna si fa sentire e si intravedono i primi esemplari di vigneti del tipico Moscato di Terracina. Poi il percorso affianca il canale che riceve le acque delle sorgenti Pezzenti e Portella. Quest’ultima può essere contemplata lungo il percorso, dopo il sottopassaggio ferroviario. Il percorso continua con una lieve salita fino a lambire il territorio cittadino di Monte San Biagio e, di seguito, la strada provinciale che porta al monastero di San Magno, uno dei gioielli di questo territorio. Questo favoloso tempio cristiano, gestito oggi dal Sacerdote Francesco Fiorillo, è un’oasi di pace e tranquillità. Le sue innumerevoli sorgenti conferiscono l’atmosfera ideale per chi cerca un momento per entrare in contatto con sé stesso. Dentro il monastero esiste un piccolo locale per ristorarsi, oltre che una libreria e si possono visitare le sostruzioni dei vecchi templi che si trovano sotto il piano dell’attuale chiesa. Si risale in sella per entrare in via San Magno e la si segue fino al bivio di Fondi. In questo punto, fate attenzione perché c’è sempre un po’ di traffico che si interseca per seguire le varie direzioni. Mantenere la destra e dopo la chiesa di San Giovanni Gerosolimitano, piegare a sinistra e poi subito a sinistra. Arrivati in via Roma, dopo 500 m, svoltare a destra per entrare nella via Del Corso che ci porterà fino all'imponente Castello Caetani, oggi convertito in Museo Civico della città (attenzione perché si tratta di una via pedonale). Dopo una pausa foto o caffè, si riparte per Via San Francesco d’Assisi per poi girare a sinistra e in sequenza a destra verso via Fucito. Alla fine di questa via il percorso diventa uno stretto e corto sentiero (200 m). Al termine si gira a destra per sbucare su via Vetrine. Proseguire sempre su questa via (poi cambia nome in Via Gegni). Al suo termine siete giunti all’incrocio con la via Appia moderna. Ora la dovete attraversare, in sicurezza, per poi piegare a sinistra per continuare su una carrareccia, lungo un canale. Si continua per 1,5 km in mezzo agli uliveti, in un paesaggio di campagna. Dopo aver percorso questa distanza non resta altra alternativa che rientrare nella Via Appia moderna. Questa strada attraversa la Gola di Sant’Andrea, dove si trova il tratto di via Appia Antica abbastanza preservato, all’interno del Parco dei Monti Aurunci. Dopo circa 1 km si raggiunge la prima entrata per la Via Appia antica. In questa entrata si trova un’area attrezzata dove si può rifocillare prima di continuare. Avendo un po’ di tempo, vale la pena conoscere questo tratto di via Appia e fare qualche foto. Ma ancora manca qualche chilometro per la meta. E si risale in sella per affrontare le salite a tornanti della Via Appia Moderna. Quando si arriva nei pressi del cimitero già si può rilassare le gambe, perché è l’inizio della fase discendente. Si continua sempre dritto fino al centro abitato. Dopo l’Osteria Murat, dove c’è una fontana, all’angolo, si gira a sinistra per poi girare ancora a sinistra e raggiungere il fine tappa in Piazza Municipio a Itri. Benvenuti!

Alloggi della tappa
Priverno(LT)
Ospitalità pellegrinaVia Principe Amedeo, 27Gloria, cell: 3280923193; email: (MAX 2 persone)
Domus VictoriaVia Colle Pietroso, 40773.911245 - 333 2046066 - 3470156518
AppartamentoVia della Stazione, 2400773.911245 - 3332046066 - 3470156518 -
Abbazia di Fossanova
Casette nel borgoVia Abbazia di Fossanova snc349 8047398
Sonnino(LT)
Parrocchia S. Michele ArcangeloVia Isola Castello, 70773 809851
Bed and Breakfast Seba & PaolaVia Merlot 1, Capocroce (Sonnino)Luca: 329 37 92 974; email:
La TorrettaVia Susti, 18340 3081202
Albergo diffuso-Andrea GrottiVia Vittorie Emanuele II3284221418
I Fienilivia Fienili - Capocroce3386191768
B&B Elisavia Vadorotto 13494746943
Terracina (LT)
Duomo S. Cesareo (CHIUSO-CLOSED)Piazza Municipio, 19,0773 701100 - 3498779051
Casetta nelle Muravia Mura Castellane, 41Mattia: cell. 3483742812 - Pamela: 3801881836 uso cucina e lavatrice - max 5 persone
Terracina HolidayVia Badino 9339 4153976
Accoglienza religiosaLilly:339 496 8602 (solo messaggi whatsapp-messages only whatsapp);
Monte San Biagio(LT)
La Casa al Numero 7Via Risorgimento, 7348 8940286
Dimora ContemporaneaVia Europa, 55339 8651712
VirginiaVia Portella Inferiore, 17333 1058631
Hotel VallemarinaVia Appia, km 1100771 551001
Aia AnticaVia Scalelle, 10339 8651712
Fondi(LT)
Monastero di San MagnoVia Valle Vignacell. 379 2122700;
Mblo'Largo Luigi Fortunato, 90771 502385
Casale Vallevignavia Madonna della Rocca n°523318793855
Casa FuscoVia Daniele Manin 15380 4741609
Itri(LT)
Casa Ileanavia Giuseppe Mazzini, 3cell. 389 8176997; email: https://casaileana.business.site/
Il Fiore in una StanzaVia Cesare Battisti, 10771 721423; 333 7226567
Le Mille e una NotteVia Ripa 20,3381378518;
Raggio Verde AffittacamereVia San Gennaro, 1170771 728274
Sant'AngeloVia Sant'Angelo, 550771 727821; 338 8601237
Scarica Pdf Alloggi Tappa
Dettagli Altimetrici
Altitudine Massima:
Dislivello partenza/arrivo:
Altitudine Minima
Dislivello min/max:
Altitudine Media:
Dettaglio Tappa
Nome LocalitàQuota (m)Distanza (km)Tempo (h)Diff.Agibilità
Abbazia di Fossanova200 - 
Terracina4220,80F
Torre dell’Epitaffio829,2-F
Torre della Portella1032,3-F
Monte San Biagio9034,2-F
Monastero di San Magno1238,5-F
Fondi1943,4-FSi
Appia Antica7350,5-MSi
Itri18258,0-FSi

Totali

 58,0 Km05:00 hMSi

MF (Molto facile) - F (facile) - M (media) - D (difficile) - MD (molto difficile)