Breve descrizione del percorso
Fondi, è un comune italiano di 39.754 abitanti della provincia di Latina. In età preromana il territorio di Fondi era abitato dagli Aurunci e successivamente dai Volsci. Il primo riferimento storico alla città di Fundi risale al IV secolo a.C., quando essa ricevette la cittadinanza romana senza diritto di voto. In epoca imperiale una parte del suo territorio era entrata a far parte del demanio imperiale, probabilmente a causa dei possedimenti della famiglia di Livia Drusilla, moglie dell'imperatore Augusto e madre di Tiberio, nata a Fondi. L'importanza di Fondi in età antica è stata determinata anche dalla costruzione della via Appia, iniziata nel 312 a.C. Il decumano principale coincide con il tratto urbano della via Appia, proveniente da Terracina e diretta a Itri, mentre l'antico foro è conservato dall'attuale piazza della Collegiata. La Contea di Fondi fu un'entità politica del Regno di Napoli, creata nel 1140 dai Normanni, che la concessero alla famiglia Dell'Aquila. Passò quindi per matrimonio (1299) ai Caetani. Nel 1378 Onorato I Caetani (1336-1400) ospitò nel suo palazzo di Fondi il conclave che elesse l'antipapa Clemente VII, in opposizione al legittimo pontefice Urbano VI (Scisma d'Occidente). All'inizio della dominazione spagnola, la contea di Fondi venne concessa in feudo ai Colonna, sotto i quali conobbe un rinnovato periodo di splendore artistico e culturale grazie alla ricchezza della corte di Giulia Gonzaga, che vi si stabilì dal 1526 al 1534. Fondi faceva parte della Provincia di Terra di Lavoro del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie), al confine con lo Stato Pontificio, dal 1806 e fino al 1861 fu Capoluogo di Circondario nell'ambito del Distretto di Gaeta. Nel 1861 Fondi fu annessa al Regno di Sardegna (e poi al Regno d'Italia). Siti di interesse:La chiesa di San Domenico, Palazzo Caetani, La Giudea, Il castello baronale, Le terme di epoca romana, Le mura megalitiche.
La via Appia era una strada romana che collegava Roma a Brundisium (Brindisi), uno tra i più importanti porti dell'Italia antica, un porto da cui iniziavano le rotte commerciali per la Grecia e l'Oriente. Considerata dai Romani la regina viarum (regina delle strade), è universalmente ritenuta, in considerazione dell'epoca in cui fu realizzata (fine IV - III sec. a.C.), una delle più grandi opere di ingegneria civile del mondo antico per l'enorme impatto economico, militare e culturale che essa ha avuto sulla società romana. I lavori per la costruzione iniziarono nel 312 a.C. per volere del censore Appio Claudio Cieco (Appius Claudius Caecus, importante esponente della gens Claudia), che fece ristrutturare ed ampliare una strada preesistente che collegava Roma ai Colli Albani, prolungandola fino a Capua, da alcuni anni posta sotto il controllo romano. Alla metà del III sec. a.C. il tragitto fu esteso fino a Maleventum, in cui erano stati da poco dedotti coloni romani, che nello stesso periodo mutò il nome in Beneventum (Benevento). I lavori di costruzione si protrassero durante la seconda metà del III sec. a.C., quando fu raggiunta Tarentum (Taranto), e poi fino a verso il 190 a.C., epoca in cui fu completato il percorso fino al porto di Brundisium (Brindisi). La funzione primaria del tracciato era di garantire un rapido movimento delle truppe verso l'Italia meridionale, al fine di consolidare il dominio di Roma su quella parte della penisola. Essa tuttavia divenne fin dal principio una fondamentale via di commercio, facilitando l'afflusso nell'Urbe di prodotti di alto artigianato realizzati nelle fiorenti città della Magna Graecia. La parte del tracciato interessato dalla tappa è inserito nel Parco Naturale dei Monti Aurunci, caratterizzato da un tipico paesaggio carsico che nei secoli ha prodotto doline, rocce arrotondate e una numerosa serie di grotte sotterranee e pozzi.
Fortino di Sant’Andrea: Tale fortino ha avuto un’importanza fondamentale durante il regno borbonico, in quanto posizionato proprio lungo il confine con lo Stato pontificio. Inoltre, è situato più in alto rispetto alla via Appia, l’unica via d’accesso e di comunicazione con il sud. Analizzando il territorio, è possibile notare come i Monti Aurunci e le sue gole siano molto difficili da attraversare e da superare. A questo proposito è facile intuire che queste gole potevano facilmente essere chiuse da fortificazioni, costruite a partire dal Medioevo e riconoscibili in tutto il territorio: il fortino di Sant’Andrea è proprio uno di questi esempi. Il fortino è stato costruito su una precedente costruzione, quasi certamente il Tempio del dio romano Apollo. Sono tutt’ora visibili i terrazzamenti dell’edificio preesistente. Questo particolare tratto della via Appia è stato protagonista di numerose battaglie per il controllo del Regno di Napoli, già a partire dal ‘500. Qui si sono scontrati eserciti nostrani (napoletani e pontifici) e eserciti stranieri (francesi, spagnoli, austriaci e tedeschi). Il passo ha visto anche la comparsa di famosi briganti, come ad esempio il bandito Sciarra, che dotato di un proprio esercito, sbarrò a lungo la Via Appia. Sicuramente il fortino di Sant’Andrea è passato alla storia per il famoso scontro tra le truppe francesi di Napoleone Bonaparte e quelle di Frà Diavolo nel 1798: bandito molto conosciuto all’epoca, divenuto poi ufficiale dell’esercito borbonico, difese con un manipolo di pochi uomini il passo di Sant’Andrea. Il fortino servirà a bloccare il passaggio nel 1814 degli austriaci. L’ultima battaglia combattuta qui sarà quella del 1860, in appoggio a Gaeta, dove si era rifugiato re Francesco II di Borbone. Con la costruzione del forte vennero spianati i resti antichi del tempio di Apollo, soprattutto per la necessità di posizionare i cannoni. Sul posto anche un fossato artificiale atto a difendere i bastioni.
ITRI - Posta a 170 m s.l.m., la cittadina sorge in una caratteristica vallata tra le falde occidentali dei monti Aurunci (passo di San Donato), a circa 8 km dalla linea di costa. Si trova lungo il percorso della via Appia, tra Fondi (con la quale confina a ovest) e Formia. Il sito ebbe una frequentazione in epoca preistorica: sono stati rinvenuti resti di epoca neolitica (strumenti in pietra e in ossidiana) e dell'età del bronzo (Valle Oliva, II millennio a.C.). Fece parte del territorio degli Aurunci, conquistato quindi dai Romani, che vi realizzarono la via Appia nel 312 a.C. Il sito acquistò importanza come luogo strategico, tuttavia non si formò un nucleo abitato molto consistente, anche se è probabile la presenza di un piccolo centro, se non altro come stazione di posta. Secondo una leggenda il nome della città deriverebbe dalla figura mitologica dell'Idra di Lerna. Itri fece parte del ducato di Gaeta e passò quindi sotto i Dell'Aquila, signori di Fondi e quindi ai Caetani. Appartenne sempre alla diocesi di Gaeta. Vi nacque nel 1771 fra' Diavolo (Michele Pezza), che fu prima fuorilegge e quindi colonnello dell'esercito borbonico di Ferdinando IV, in lotta contro l'occupazione dei Francesi, che lo presero e impiccarono a Napoli nel 1806. Dal XIII secolo e fino al 1861 fece parte del Regno di Napoli (poi Regno delle Due Sicilie) nell'ambito dell'antica provincia di Terra di Lavoro, della quale continuo a fare parte anche dopo l'unità d'Italia, fino al 1927. Nel 1934, Itri fu inclusa nel territorio della neocostituita provincia di Latina. Durante la seconda guerra mondiale, nel maggio del 1944, i bombardamenti distrussero il paese e i suoi monumenti al 75%. Luoghi di interesse: Convento di San Francesco; Monastero di San Martino; San Michele Arcangelo; S. Maria Maggiore già della SS. Annunziata; Il Castello; Museo di Frà Diavolo.
Il cammino in breve:
Usciamo dal Monastero di San Magno, giriamo a destra e arriviamo all’incrocio che dista poche decine di metri e poi proseguiamo dritti imboccando via San Magno. Proseguendo su quest’ultima strada per circa 3.6 Km, dopo aver superato l’ospedale, si arriva ad un incrocio. Qui giriamo a destra e, dopo qualche decina di metri, si incrocerà di nuovo l’Appia. Giriamo a sinistra verso via Roma, proseguiamo per 600 metri e poi giriamo a destra verso Corso Appio Claudio. Proseguiamo per circa 800 metri dopodiché saremo arrivati nella piazza principale della città di Fondi. Attraversiamo la cittadina dirigendoci verso la chiesa di San Francesco, su via Antonio Gramsci. Percorriamo qualche centinaio di metri e all’incrocio giriamo a sinistra immettendoci su via Arnale Rosso. Fatti 200 metri giriamo a destra verso via Fucito. Seguiamo questa via per altri 700 metri, cioè fino a quando incrociamo via Gegni. Qui giriamo a destra e seguiamola, senza mai deviare e proseguiamo anche, dopo 2.7 Km, quando essa cambia nome in via Valmaiura. Proseguiamo sempre sulla stessa strada finché non incrociamo la via Appia (SS7). Attraversiamola, giriamo a sinistra e poi subito a destra, verso via Cappellato II. Dopo qualche decina di metri superiamo un ponticello su un canale e poi giriamo a sinistra. Camminiamo su uno stradello di campagna con alla nostra sinistra il “Fosso Sant’Andrea”. Dopo 1.5 Km giriamo a sinistra e usciamo sull’Appia (SS7). Giriamo a destra e incamminiamoci per circa 400 metri per poi girare ancora a destra verso uno stradoncino di campagna sterrato. Dopo aver proseguito per altri 600 metri inizieremo a camminare in uno dei tratti più belli e antichi della Via Francigena nel Sud e cioè sul basolato di un tratto perfettamente conservato dell’antica Via Appia. Dopo 1.7 Km usciremo dal cancello che dà sulla via Appia (SS7). Attraversiamola avanziamo qualche decina di metri e proseguiamo su un sentiero che si trova sulla nostra sinistra. Seguiamolo fino a quando non ci riporta sulla via Appia (SS7). Camminiamo ancora per circa 600 metri e, all’altezza del cimitero comunale, giriamo a destra verso località Tre Cancelle. Restiamo su questa strada, senza mai deviare, per circa 1.5 Km. Qui troveremo un bivio, giriamo sulla strada che scende sulla nostra sinistra. Dopo 400 metri circa proseguiamo dritti evitando di prendere la strada che troviamo sulla nostra sinistra. Proseguiamo ancora su quella che nel frattempo è diventata un’antica mulattiera, a tratti selciata. Man mano che avanziamo comincieremo a trovare la presenza di abitato che ci preannuncia l’immisione su via della Ciovareccia e la successiva confluenza, di nuovo, sulla via Appia (SS7). Qui giriamo a destra e proseguiamo per circa 700 metri. Quando abbiamo superato di poco la chiesa di Santa Maria delle Grazie, alla periferia di Itri, spostiamoci sulla nostra sinistra in modo tale da proseguire il nostro cammino su Corso Appio Claudio (sede dell’Appia Antica) che ci porterà, dopo qualche centinaio di metri, nel centro del paese di Itri.
Alloggi della tappa |
Fondi(LT) |
||
Monastero di San Magno | Via Valle Vigna | cell. 379 2122700; |
Mblo' | Largo Luigi Fortunato, 9 | 0771 502385 |
Casale Vallevigna | via Madonna della Rocca n°52 | 3318793855 |
Casa Fusco | Via Daniele Manin 15 | 380 4741609 |
Itri(LT) |
||
Casa Ileana | via Giuseppe Mazzini, 3 | cell. 389 8176997; email: https://casaileana.business.site/ |
Il Fiore in una Stanza | Via Cesare Battisti, 1 | 0771 721423; 333 7226567 |
Le Mille e una Notte | Via Ripa 20, | 3381378518; |
Raggio Verde Affittacamere | Via San Gennaro, 117 | 0771 728274 |
Sant'Angelo | Via Sant'Angelo, 55 | 0771 727821; 338 8601237 |
Dettagli Altimetrici |
Altitudine Massima: | |
Dislivello partenza/arrivo: | |
Altitudine Minima | |
Dislivello min/max: | |
Altitudine Media: |
Dettaglio Tappa |
Scheda riassuntiva
Nome Località | Quota | Distanza | Tempo | Diff. | Agibilità |
Monastero San Magno | 14 m | 0 | |||
Fondi | 23 m | 4,7 Km | 1:15 h | T | - |
Appia Antica | 80/130 m | 12,5 Km | 3:00 h | T | Si |
Fortino di Sant’Andrea | 125 m | 13,1 Km | 3:15 h | E/T | Si |
Itri | 183 m | 19,8 Km | 5:00 h | E/T | Si |
Totali | 19,8 Km | 05:00 h | T/E |